MONTERIGGIONI
“[…] però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ‘l pozzo circonda
torregiavan di mezza la persona
li orribli giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tona”
(Dante Alighieri, Inferno canto XXXI, vv. 40-45)
Monteriggioni è un comune italiano di 9.035 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Fa parte della cosiddetta Montagnola Senese.
Il territorio presenta al suo interno tratti fisici estremamente differenziati: si può infatti notare facilmente come attorno al rilievo del Montemaggio siano presenti alcune piccole pianure come Pian del Lago e pian del Casone, il Canneto, alternate ad una serie di piccole valli formate da torrenti e ruscelli che caratterizzano la parte centrale e orientale del territorio.
Negli ultimi anni Monteriggioni ha assunto maggiore rilevanza turistica essendo stata inserita all’interno del percorso della Via Francigena dal Consiglio D’Europa, fa quindi parte degli Itinerari Culturali. In questo contesto costituisce la tappa 32. Si tratta di un percorso di 20,6 km. a piedi che parte da Piazza Roma di Monteriggioni e arriva a Piazza del Campo di Siena. Per questa sua rilevanza nell’ambito della Via Francigena è stato inserito all’interno di un progetto di ricostruzione territoriale del paesaggio medioevale.
Lo stemma del Comune rappresentato, su fondo rosso, da tre torri merlate alla guelfa, la centrale aperta di nero, unite da mura racchiudenti due altre torri, la destra torricellata di un pezzo e finestrata di nero, l’altra sormontata da una guardiola merlata, nel centro una chiesa, il tutto al naturale e fondato su una campagna di verde.
(Decreto [di concessione] del Capo del Governo del 16 dicembre 1936).
Gonfalone: Drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma del comune, con l’iscrizione centrata in argento: «Comune di Monteriggioni» (Decreto del Presidente della Repubblica del 14 gennaio 1970. La descrizione presente nel decreto è relativa al solo gonfalone).
Dal 2005 è possibile percorrere due tratti degli antichi camminamenti di ronda sulle mura, dal quale si godono stupendi panorami sul Chianti e sulla Montagnola Senese.
La pianura ai piedi di Monteriggioni era occupata da una palude, ai margini della quale si fronteggiavano Monteriggioni e l’antica Abbadia a Isola, che dipendeva dal Vescovo di Volterra. Quando i monaci dell’Abbazia cominciarono la bonifica idraulica della palude scavando una galleria per far defluire le acque, i senesi la riempivano nottetempo perché la palude era una protezione naturale contro gli eserciti nemici. La questione andò avanti per molto tempo, finché nel 1246 si giunse a un compromesso: i monaci ultimarono la galleria, ed i Senesi conservarono una consistente area a ridosso del castello. Ancora oggi, nella pianura bonificata, emerge una vecchia torre, situata proprio sopra la galleria sotterranea: serviva da sfiatatoio e da ingresso per la manutenzione della galleria, che oggi non è più percorribile perché intasata da detriti.
Nel territorio di Monteriggioni si trovano numerosi centri di importanza storico-artistica; da ricordare:
Abbadia Isola
Pieve di Santa Maria a Castello
Chiesa Santi Pietro e Paolo XI secolo – Santa Colomba. All’interno della chiesa, dietro l’altare maggiore, si possono ammirare due grandi scene dipinte ad affresco rappresentante la Natività e la Crocifissione. Sulla parete destra si notano frammenti di un affresco rappresentante uno dei miracoli di San Nicola, la Resurrezione dei tre giovinetti e crocifisso ligneo seicentesco.
Chiesa di San Lorenzo a Colle Ciupi
Eremo di San Leonardo a Lago
Castello della Chiocciola, oggi azienda agricola e quindi visitabile solo dall’esterno
Villa Petrucci XV-XVIII secolo su resti di fortificazione medievale e oggi di proprietà privata loc. Santa Colomba
A Monteriggioni sono state girate anche diverse scene di numerosi film, fra i quali:
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Con gli occhi chiusi, regia di Francesca Archibugi (1994)
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Io ballo da sola, regia di Bernardo Bertolucci (1996)
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Il paziente inglese, regia di Anthony Minghella (1996)
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Un tè con Mussolini, regia di Franco Zeffirelli (1999)
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Il gladiatore, regia di Ridley Scott (2000)
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Amici miei-come tutto ebbe inizio, regia di Neri Parenti (2010)
Il borgo o i dintorni di Monteriggioni sono stati lo scenario di molti spot pubblicitari, tra cui quelli di:
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Calze Sanpellegrino (con Tornatore, Banderas e Valeria Mazza)
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Citroën Xsara
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Mulino Bianco e Barilla
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Monte dei Paschi di Siena (con Luciano Pavarotti)
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Banco di San Paolo (con Vittorio Gassman)
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Fiat Punto
Uno dei borghi più antichi del territorio è quello di Abbadia a Isola, oltre Abbadia è possibile visitare Strove, un antichissimo borgo di poco posteriore al VI secolo, con una preziosa pieve a capanna. All’interno delle ex paludi del Canneto e nei pressi di Scarna si trova una necropoli etrusca, risalente al IV secolo A.C.
Altri luoghi di notevole importanza sono il trecentesco Castello della Chiocciola e la villa di Santa Colomba che, a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento, fu la residenza del signore di Siena Pandolfo Petrucci.
La località La Posta, situata lungo la Cassia non lontano dal bivio che conduce al castello di Monteriggioni, è nata nel terzo decennio dell’Ottocento come stazione di sosta per i cavalli. Perduta questa funzione pochi anni più tardi, per la realizzazione della linea ferroviaria Siena-Empoli, è stata trasformata in un’elegante villa con parco nel corso del Novecento.
CURIOSITA’
La quindicesima torre
Nella pianura ai piedi di Monteriggioni, lungo il percorso attrezzato della via Francigena, sorge isolata una strana torre.
Molto tempo fa la pianura era occupata da una palude, che separava Monteriggioni da Abbadia a Isola. Tra Siena e Volterra non correva buon sangue, e quando i monaci cominciarono a scavare una galleria per far defluire le acque e bonificare la pianura, i senesi li ostacolavano perché la palude era una protezione contro gli eserciti nemici.
La questione andò avanti a lungo, finché nel 1246 fecero un accordo: i monaci di ultimarono la galleria, ed i senesi conservarono l’area a ridosso del castello.
La vecchia torre si trova proprio sopra la galleria: serviva da sfiatatoio, da controllo del livello delle acque e da ingresso per la manutenzione.
MONTERIGGIONI – CASTELLO
Il Castello di Monteriggioni, che ancora oggi annuncia a chi viene da Firenze l’ingresso nell’antico territorio senese, con la sua posizione di vedetta e di controllo sopra quello che fu per secoli un confine di guerra e con una struttura singolare anche per la sua epoca (vedi Dante, Inf. XXXI 40-45), fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1214 e il 1219.
I primi documenti che ne menzionano l’esistenza risalgono al 1126 e 1154, era posto nel territorio signoreggiato dai nobili di Staggia e per poterlo costruire, i Senesi comprarono da loro terreni e diritti.
Il terreno, acquistato dalla Repubblica Senese, era la sede di un’antica fattoria Longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona).
L’iniziativa senese di fortificazione e colonizzazione del poggio di M. suscitò le rimostranze del vescovo di Volterra possessore legittimo del luogo che, nonostante un a sentenza arbitrale a lui favorevole (1214) dovette rinunciare ad ogni rivendicazione (1215), e quelle dell’abate dell’Isola che vantava diritti su metà di M. (1226) e non ottenne maggiore successo; l’iniziativa suscitò anche, naturalmente, le apprensioni e l’ostilità del Comune di Firenze: secondo le proposte di pace avanzate dai fiorentini nel 1232, i Senesi avrebbero dovuto distruggere il castello oltre a quello di Cerreto – altro baluardo di frontiera. Il castello sarebbe stato invece potenziato, verso la metà del secolo, con la strutturazione della cinta turrita e, contestualmente, con un’opera di colonizzazione che di protrasse poi per decenni, ma non senza rallentamenti e difficoltà.
Nel ‘300 Monteriggioni era divenuto un castello importante, retto talora da vicari cittadini, organizzato nel 1380 secondo propri statuti. Ma della sua vita economica e sociale fino alla caduta della Repubblica Senese (1555) quasi nulla si conosce. Come per tanti altri castelli, così per M. gli studiosi di storia locale si sono limitati a registrare la sequenza dei principali fatti di guerra: dall’assedio fiorentino del 1391 a quello del secondo conflitto aragonese (1478), alla breve occupazione da parte dei fuoriusciti noveschi nel 1482, alla ritirata delle truppe di Clemente VII° dopo la battaglia di Camollia (1526), all’assedio di Marignano nell’agosto del 1554, che si concluse con la proditoria consegna di M. agli imperiali da parte di Giovannino Zeti, il fuoruscito fiorentino cui era stato affidato il comando della guarnigione. Pochi anni prima di quell’ultimo evento erano stati compiuti lavori di restauro alle fortificazioni del castello.
La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.
L’edificazione praticamente ex novo di un castello rappresentava una novità nella politica espansionistica senese: in precedenza, infatti, la città aveva acquistato castelli già esistenti, come quello di Quercegrossa.
Il tracciato circolare delle mura fu ottenuto semplicemente seguendo l’andamento naturale della collina.
Il diametro del castello è di 172 metri, circondato da una massiccia cinta muraria di forma ellittica dello spessore di ben 2 metri, intervallata da 15 torri e due porte, che cinge un colle chiamato monte Ala. Le torri, oggi, si elevano al di sopra delle mura per 6,5 metri, con uno spessore di 4×6 metri, e ne sono visibili soltanto 11: le altre quattro sono state ridotte al livello delle mura (sono state “cimate”) le 11 rialzate sono state, per così dire, restaurate negli anni venti, in occasione del centenario dantesco del 1921, perché visibili dall’allora via di transito principale, la Cassia. Sopra la cinta muraria correva un camminamento che percorreva l’intero perimetro. Nel 2005 sono state ricostruite alcune parti del camminamento, da cui è possibile godere di una vista unica e suggestiva.
La Porta Franca o Romea (orientata verso Siena) sorge alla base di un torrione mentre quella verso Firenze, porta di sotto, si apre nelle mura ed è a fianco da una delle torri del perimetro fortificato.
Entrando dalla Porta Franca o Romea, che in origine era dotata di una pesante cancellata che veniva abbassata in caso di pericolo, si accede a Piazza Roma, il cuore del borgo. La piazza in origine era “a sterro”, ovvero senza pavimentazione, ma fu lastricata negli anni settanta con pietra proveniente dalle cave di Rosia (detta Pietra da Torre). A tutt’oggi la piazza è circondata da giardini e orti, molto importanti in passato per permettere la sopravvivenza della popolazione anche in caso di assedio.
Accesso principale del borgo, la porta è rivolta in direzione di Roma e si apre alla base di una torre con un ampio arco a sesto acuto. In passato è molto probabile che fosse dotata di un ponte levatoio, che doveva abbassarsi su uno scomparso fossato esterno.
A sinistra dell’arco è murata l’iscrizione che ricorda la fondazione di Monteriggioni nel secondo decennio del Duecento, mentre nella lapide di destra si celebra il neonato Stato unitario italiano nel 1860.
Lapide: “Nell’anno del Signore 1213, indizione seconda, nel mese di marzo al tempo del Signore Guelfo di Ermanno di Paganello da Porcari Podestà di Siena, del Signore Arlotto da Pisa, giudice oculato, e di Ildebrando di Usimbardo camerario di Siena, questo castello di Monteriggioni fu iniziato nel nome di Dio e quindi racchiuso completamente da mura con spese e lavori sostenuti in proprio dal popolo di Siena.”
Sulla piazza si affaccia la Chiesa di Santa Maria Assunta.
Non c’è accordo degli storici sull’eventuale presenza del ponte levatoio. Certa è invece la presenze delle saracinesche, ovvero spesse porte di legno ricoperte di ferro che venivano azionate tramite carrucole. Anche oggi le due porte presentano i segni dei cardini e delle buche causati delle stanghe di chiusura. Sulla porta a ponente si possono anche notare i segni del rivellino, un’altra struttura difensiva di forma rettangolare collocata di fronte alla porta e anch’essa dotata di una seconda porta.
Porta di Ponente. Questa porta, rivolta verso Firenze, è situata a lato di una torre e consta di un semplice arco semicircolare. Alcuni merli incorporati nella soprastante muratura indicano che, in origine, la cinta difensiva era stata probabilmente prevista più bassa. Merli analoghi si vedono anche nell’alzato delle mura sul lato est.
Alla destra dell’ingresso, dotato in passato di un antemurale, una lapide riporta i versi danteschi in cui si parla di Monteriggioni.
Il Castello di Monteriggioni era inoltre circondato dalle cosiddette carbonaie, ovvero fossati pieni di carbone e legna che veniva incendiato per respingere gli assalti. È ovvio che dei fossati pieni di acqua, come si vede in molte ricostruzioni medioevali, in cima ad una collina erano impossibili.
Dopo l’edificazione del castello i fiorentini e i senesi si batterono per il suo possesso nel 1244 e nel 1254 ma le mura del Castello resistettero sempre agli assalti guelfi.
Nel 1269, dopo la battaglia di Colle (ricordata da Dante nel XIII canto del Purgatorio), i senesi sconfitti si rifugiarono a Monteriggioni, assediato, ma invano, dai fiorentini.
In seguito alla peste del 1348 – 1349 i senesi decisero di far risiedere a Monteriggioni un capitano con alcuni fanti per proteggere la popolazione dai malfattori che imperversavano nella zona.
Nel 1380, secondo quanto si può leggere negli statuti “del comune et uomini di Monteriggioni”, gli abitanti di Monteriggioni erano considerati “Cittadini di Siena”.
Nel 1383 un gruppo di esuli senesi si impadronirono del Castello con l’inganno, ma si arresero poco dopo.
Tra il 1400 e il 1500 furono interrate le mura per resistere meglio ai colpi dell’artiglieria. Si rese quindi inutile anche l’utilizzo delle carbonaie.
Nel 1526 i fiorentini assediarono Monteriggioni con 2000 fanti e 500 cavalieri, bombardando le mura con l’artiglieria. Il Castello di Monteriggioni però resistette e, il 25 luglio di quello stesso anno, nella battaglia di Camollia, i senesi sconfissero l’esercito pontificio, alleato dei fiorentini, che interruppero immediatamente l’assedio.
A metà del 1500, all’interno dello scontro che in Europa contrappone Carlo V d’Asburgo, Re di Spagna ed Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico ad Enrico II di Valois Re di Francia, si ha l’episodio della guerra di Siena dove i senesi alleati della Francia si contrappone ai fiorentini alleati di Carlo V. Il 27 aprile del 1554 Monteriggioni venne ceduto a tradimento, senza alcun combattimento, dal capitano Giovacchino Zeti, fuoriuscito fiorentino, al Marchese di Marignano comandante delle truppe imperiali. Dopo la caduta di Monteriggioni nella primavera del 1555 cadde anche la città di Siena. Questo episodio è considerato dagli storici come l’evento che segna il termine dell’epoca comunale in Italia.
Il 2 e 3 aprile 1559, dopo la morte di Carlo V (1558), con il trattato di pace di Cateau-Cambrésis si conclude tra le due potenze egemoni il lungo conflitto franco-spagnolo. In esecuzione di quel trattato, anche l’ultimo baluardo senese costituito dal presidio di Montalcino venne rilasciato da Filippo II di Spagna al ducato fiorentino. Così Cosimo I de’ Medici impose la sua signoria sul territorio e gli abitanti di Monteriggioni.
Monteriggioni fu poi ceduta dai Medici alla famiglia Golia e attraverso vari altri passaggi fra famiglie nobili alla famiglia Griccioli, che tuttora mantiene possedimenti nel castello e nelle campagne circostanti.
Le mura hanno subito un importante intervento a cavallo fra gli anni 20 e 30 del XX secolo con la ricostruzione delle torri che erano state abbattute nei secoli precedenti.
L’attuale Comune è quello che risulta dall’atto del Granduca di Toscana del 1777 che il 2 giugno accorpava 3 comunità, Monteriggioni, Santa Colomba e Strove, e 13 comunelli, che erano:
Chiocciola e RicianoAbbadia a IsolaBascianoMontautolo del BoscoCastiglioncello dell’EredeFungaiaLornano e Campo di FioreGardinaSanta Maria al PoggiuloPieve al CastelloSanto al ColleSan Fiore a Strove o ScorgianoCastiglion Ghinibaldi o Castiglioncello Piccolomini andando a formare l’attuale entità amministrativa e territoriale.
Vari sono stati i tentativi da parte del Comune di Siena di annettere l’intero territorio di Monteriggioni.
In due riprese Siena aveva annesso i territori del Comune della Masse di Camollia prima e poi del Comune delle Masse. L’ultimo tentativo verso Monteriggioni risale al 1904 quando l’allora Sindaco, Icilio Bandini, respinse insieme alla sua Giunta tale richiesta.
La sede del Municipio fino agli anni ’50 era collocata a Fontebecci, nei locali attualmente sede della Banca del Chianti, ex Banca Monteriggioni, all’estremo confine a ridosso del Comune di Siena. Solo dopo la costruzione dell’attuale sede fu traslocato alla Colonna di Monteriggioni, ai piedi della collina sotto il Castello.